Grazie a Crystal Dynamics, sia io che Zell abbiamo avuto l’opportunità di testare in anteprima per voi Shadow of the Tomb Raider, l’ultima fatica di Eidos-Montréal. A causa di impegni personali – ma anche della buona longevità del titolo – non abbiamo ancora potuto completare l’avventura principale. Tuttavia, avendo giocato su PS4 standard per un numero consistente di ore ed essendoci scambiati pareri per altrettanto tempo, abbiamo potuto farci un’idea abbastanza completa di ciò che ci si può aspettare da questo capitolo, che segnerà la conclusione della “trilogia delle origini” iniziata con il reboot della serie pubblicato ormai ben cinque anni fa. In questo articolo di anteprima, quindi, vi parleremo un po’ del gioco e delle nostre impressioni generali. Ovviamente non includeremo alcuno spoiler, ma se non volete sapere assolutamente nulla del gioco prima di giocarci personalmente vi consigliamo di non continuare con la lettura.
All’inizio del gioco, Lara si trova sulle tracce di un antico pugnale maya connesso in qualche modo alle circostanze misteriose della morte di suo padre. Ad ostacolarla c’è ancora una volta la Trinità, apparentemente guidata dal Dottor Dominguez, che è interessata ad impossessarsi del pugnale e di un particolare scrigno. Con questi manufatti, la misteriosa organizzazione spera di poter far avverare un’antica profezia che dovrebbe permetterle di riplasmare il mondo da zero secondo il proprio volere.
Recuperando il pugnale prima dei suoi nemici, Lara darà involontariamente inizio alla prima fase dell’apocalisse maya, scatenando una reazione a catena di eventi catastrofici – a partire da uno tsunami che porterà alla morte di numerosi innocenti – causandole non pochi sensi di colpa. Per evitare di rovinarvi la sorpresa, non vi diremo nient’altro sulla trama del gioco, se non che ci è sembrata molto più coinvolgente di quella dei titoli precedenti, pur non spiccando particolarmente per la sua originalità. Inoltre, ci è piaciuta molto la maggiore attenzione data alla caratterizzazione dei personaggi, in particolar modo della protagonista, che ha addirittura dei livelli realizzati allo scopo di darle maggiore spessore e di approfondire il suo passato. Abbiamo apprezzato anche l’opzione che, allo scopo di permettere un maggior coinvolgimento nelle vicende, permette di far parlare gli abitanti dei vari villaggi e città nella loro lingua madre, anche se risulta un po’ strano sentire Lara rispondere in italiano (o nella lingua che avrete selezionato).
In questa avventura, Lara esplorerà vari luoghi in Messico e in Perù, avventurandosi nella giungla selvaggia, un’ambientazione che stranamente non era ancora stata sfruttata nei precedenti capitoli della trilogia, pur essendo una delle preferite dai fan. Nonostante il gameplay del gioco risulti molto simile a quello dei suoi predecessori, gli sviluppatori hanno ben pensato di sfruttare questa nuova ambientazione per inserire alcuni elementi di gameplay inediti. Questi saltano all’occhio in particolar modo nelle sezioni stealth, presenti in maggior quantità rispetto al passato e rese più interessanti dalla possibilità di potersi ricorprire di fango e foglie per non essere visti dai nemici e di poter far perdere le proprie tracce dopo essere stati scoperti, così come da alcune abilità sbloccabili che permettono di sfruttare la giungla a proprio vantaggio. Per esempio, è possibile impiccare silenziosamente i propri nemici grazie alle frecce con corda, oppure estrarre il veleno dagli insetti ed usarlo per fabbricare frecce esca che una volta innescate propagano una nube velenosa, in grado di eliminare gli avversari che hanno scelto di esaminarle.
Il gameplay appare più variegato rispetto al passato anche grazie all’introduzione di sezioni subacquee più lunghe, che risultano convincenti e fluide, nonostante ovviamente l’esplorazione rimanga meno libera di quella a terra. Questa volta, le sezioni subacquee sono così lunghe che per poterle attraversare indenni sarà necessario nascondersi tra le alghe (per evitare murene e piranha) e riprendere fiato grazie alle sacche d’aria disponibili.
Un’altra novità è data dal rampino, che nelle fasi in scalata viene usato molto di più rispetto al passato, permettendo di correre lungo le pareti o di appendersi ad esse per spostarsi verticalmente o calarsi.
In questo titolo sono ovviamente ancora presenti le tombe opzionali, che solitamente richiedono di ingegnarsi per raggiungere una determinata zona e di risolvere enigmi molto più difficili rispetto al passato (presenti anche nella campagna principale), e che occasionalmente presentano come ostacolo di rilievo dei forti nemici da sconfiggere. Oltre che con i mercenari, infatti, Lara deve vedersela con animali spietati come giaguari feroci e murene assassine. Come se non bastasse, ci sono anche dei nemici più insoliti, per i quali non scenderemo nei dettagli sempre per evitare di rovinarvi la sorpresa. Fortunatamente, rispetto ai precedenti capitoli, Lara sarà molto più spietata con tutti coloro che decideranno di metterle i bastoni fra le ruote, uccidendo senza il minimo rimorso.
Per ciò che concerne la difficoltà, è evidente come l’intento degli sviluppatori sia stato stato quello di creare un’esperienza di gioco malleabile e capace di adattarsi all’utente: questo lo si evince già all’avvio di una nuova partita, quando ci viene chiesto di personalizzare il livello di difficoltà sotto il profilo del combattimento, degli enigmi e dell’esplorazione. In questo modo è possibile, ad esempio, affrontare combattimenti poco impegnativi e al tempo stesso, esplorare gli ambienti di gioco senza suggerimenti, ovvero senza vernice bianca ad indicare gli appigli o senza la funzionalità istinto di sopravvivenza. A difficoltà normale è anche possibile essere agevolati nelle sezioni stealth, dando modo al giocatore di poter evidenziare in giallo i nemici isolati e in rosso quelli che causerebbero uno stato d’allarme se uccisi. Questa funzionalità è però disattivata ai livelli di difficoltà più alti del gioco.
Secondo Daniel Chayer-Bisson, game director di Shadow of the Tomb Raider, il gioco è l’iterazione più difficile della trilogia, e non stentiamo a crederlo, dato che il livello di difficoltà in effetti risulta buono già con combattimento, enigmi ed esplorazione impostati su “normale”.
Nonostante le sezioni più concitate del gioco si svolgano in giungle, templi e tombe, Shadow of the Tomb Raider dà spazio anche a delle sequenze più “rilassate”, in cui Lara visiterà villaggi e città – tra cui Paititi, il centro interattivo più grande mai creato nella serie – per parlare con gli autoctoni e ottenere incarichi secondari o informazioni sull’area circostante, come ad esempio i luoghi in cui sono collocati cripte e oggetti di vario tipo. Inoltre, sempre nei villaggi sono presenti negozi in cui si possono acquistare armi, vestiti e potenziamenti per l’inventario in cambio di denaro, che è possibile ottenere vendendo minerali preziosi rinvenuti esplorando accuratamente gli ambienti. Come nei precedenti capitoli, i potenziamenti delle armi non acquistabili dai mercanti possono essere sbloccati nei campi base disseminati in ogni luogo visitato dalla protagonista, grazie a materiali di scarto trovati in giro. Nella giungla, ma anche sott’acqua, si possono ottenere anche delle piante con cui è possibile attivare potenziamenti temporanei, utili ad esempio per avere la meglio sui nemici più potenti. Inoltre, come nei precedenti capitoli, è presente un albero delle abilità, stavolta però suddiviso in tre gruppi: esploratrice, guerriera e saccheggiatrice. La maggior parte delle abilità possono essere sbloccate spendendo punti abilità che è possibile ottenere accumulando punti esperienza tramite qualsiasi azione (uccisione di un nemico, ritrovamento di un tesoro ecc.), ma esistono anche alcune abilità specifiche che è possibile sbloccare solo dopo aver completato una tomba o dopo aver superato un determinato punto della storia. Anche in Shadow of the Tomb Raider, grazie alle abilità e i potenziamenti acquisiti, è possibile tornare sui propri passi ed accedere ad aree che erano prima inaccessibili, garantendo così una maggiore longevità al gioco.
Degni di menzione sono anche i nuovi indumenti – composti ora da due parti, una per il busto e una per le gambe – che garantiscono vantaggi e potenziamenti. Si possono comprare o ottenere maglie e galosce e combinarle tra loro per creare outfit con diverse proprietà: ad esempio, un top in pelle di giaguaro renderà Lara meno visibile ai nemici rispetto ai suoi tipici indumenti.
Graficamente parlando, almeno su PS4 standard, il gioco purtroppo non convince appieno. La grafica non è un qualcosa a cui teniamo particolarmente, dato che tendiamo a dare più attenzione al gameplay e alla storia (e sia ben chiaro, ci troviamo davanti ad un prodotto tutto sommato soddisfacente anche dal punto di vista grafico), ma rispetto a Rise of the Tomb Raider non abbiamo potuto fare a meno di notare un leggero calo di qualità, soprattutto per ciò che concerne le texture e le animazioni facciali dei personaggi secondari, come ad esempio gli abitanti dei vari villaggi. In ogni caso, non ci sentiamo di dare un giudizio definitivo al riguardo, anche perché gli sviluppatori ci hanno già confermato che molti problemi tecnici verranno risolti tramite una patch che sarà possibile scaricare dal day one. Nonostante alcune incertezze dal punto di vista tecnico, Shadow of the Tomb Raider offre scorci, luci e paesaggi mozzafiato, che è possibile immortalare grazie all’inclusione della Modalità Foto, già vista in titoli come Horizon o gli ultimi capitoli della serie Uncharted. Questa modalità permette di realizzare degli screenshot più belli del solito, modificando vari parametri o l’espressione sul volto di Lara, e aggiungendo filtri, cornici e adesivi.
Se dal punto di vista tecnico siamo rimasti leggermente delusi, lo stesso non si può dire per ciò che concerne la colonna sonora e la direzione artistica generale del titolo. Sotto il profilo del sonoro in particolare, si può percepire una vena più “dark” rispetto ai precedenti episodi, in quanto la colonna sonora riflette lo stato d’animo di Lara, specialmente all’inizio del gioco. Con il prosieguo della trama, le musiche sottolineano egregiamente scena per scena ogni sfumatura emotiva dei personaggi. Rob Bridgett, direttore audio e musiche, insieme al compositore Brian D’Oliviera, ha lavorato in modo eccelso avvalendosi di strumenti tradizionali precolombiani e sudamericani, per realizzare una colonna sonora perfettamente in tema con le ambientazioni del gioco. Anche il doppiaggio italiano – che vede ancora una volta il ritorno di Benedetta Ponticelli nel ruolo di Lara – risulta pregevole e comunque qualitativamente in linea con quello dei precedenti capitoli.
Per finire, anche la longevità pare essere di tutto rispetto: infatti, pur avendo giocato per un numero non indifferente di ore, secondo la percentuale riportata nel menu principale non abbiamo ancora completato nemmeno la metà del gioco. Ad ogni modo, chi sentisse comunque il bisogno di allungare la propria esperienza di gioco sarà contento di sapere che verranno pubblicati vari DLC nei prossimi mesi, consistenti in nuove tombe da esplorare e molto altro.
Nel complesso ci consideriamo soddisfatti delle nostre ore passate con Lara in Shadow of the Tomb Raider, e ci sentiamo di consigliarlo a tutti i fan di Tomb Raider e del genere action adventure in generale. Sembrano infatti esserci tutti i presupposti per dare una degna conclusione alla storia delle origini di Lara Croft, che proprio come voi non vediamo l’ora di scoprire. Se ne avete la possibilità, vi consigliamo di acquistare il gioco per Xbox One o PC, che probabilmente offrono una grafica migliore rispetto a quella della versione PS4: temiamo infatti che molte delle imperfezioni riscontrate sulla console di casa Sony siano dovute ad una trasposizione non ottimale su PS4 della build originale, che è stata probabilmente sviluppata su PC o Xbox One. Nel caso in cui possiate giocarci solo su PS4, non disperate: il gioco resta assolutamente godibile e vi terrà incollati allo schermo nonostante le eventuali sbavature dal punto di vista tecnico.
Ringraziamo ancora Crystal Dynamics per averci dato l’opportunità di provare il gioco in anticipo di qualche giorno rispetto alla sua uscita ufficiale e per la continua attenzione che rivolge alla community dei fansite di Tomb Raider, nonché per aver inserito Omnia Crystallis nei titoli di coda di Shadow of the Tomb Raider.
Shadow of the Tomb Raider sarà disponibile per PS4, Xbox One e PC a partire dal 14 settembre. Coloro che hanno preordinato le edizioni Ultimate Collector’s Edition e Croft Edition potranno giocarci in accesso anticipato già dal 12 settembre.
Nao
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